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Moreno Pivetti Architecture
Restauro e riuso dell’ex opificio
“Il Castello”
“La’ dov’erano i canapai”
Anche “Là dove non c’è nulla” la forza dell’architettura ha lasciato il suo timbro, “fresco e ferace” come doveva essere il paesaggio su cui si è insediata.

Diceva dunque John Ruskin, e con lui William Morris, che qualsiasi intervento sugli edifici esistenti “esige una capacità critica e, insieme, creativa”, definendo gli allora prevalenti metodi di restauro “la peggior forma di demolizione”. “Il passato non ha inizio, non ha fine ed è di sempre” (F. Dal Co). E’ soltanto interrogando il passato che possiamo ricercare quelle verità in grado di far rivivere gli edifici nel presente, riscrivendone l’identità ed impedendo davvero che il tempo li riduca a “gusci vuoti”.
Moreno Pivetti
Architetto
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Moreno Pivetti Architecture
Vivere con la Natura
Ansalaregina House in Redina, Ferrara
“La vita dell’uomo, come il magico combinarsi dei suoi sensi, riceve il suo addestramento dal mondo naturale. L’ambiente fisiologico, lo spazio-tempo in cui viviamo, genera un’armonia di impressioni sensoriali che costruisce la nostra percezione e coscienza dell’esistenza.
Lo spazio costruito è uno schema strutturale disposto intorno a noi per guidare in continuità i nostri ricettori sensoriali: esso può, quindi, costituire fonte o impedimento di benessere e distensione emotiva.
Al di là di forma e dimensioni, di vincoli e parametri, operare prefigurando e pianificando uno spazio biosostenibile significa orientare la Tecnica al servizio dell’Etica, indagando il delicato e stupefacente equilibrio tra tutte le scienze umane, le abitudini ed i bisogni che governano la nostra esistenza.
“Bisogna progettare con maggiore umanità se si vuole progettare per vivere e per vivere a lungo”, affermava Dion Neutra (1926-2019) auspicando un mondo in cui restituire all’uomo l’armonia con il proprio ambiente naturale”.
Moreno Pivetti
Architetto

Ogni evento sismico ripropone impietoso il seguente dilemma: ricostruire “com’era e dov’era”? Con spirito di adeguamento o contrapposizione, imitazione o contrasto? La riflessione è aperta: ricostruire e trasformare ma, anzitutto, conservare e reinterpretare i valori culturali identitari del territorio, affinchè l’uomo non cancelli ciò che ha graziato la calamità.

Trasformare e conservare risparmiando il linguaggio, filtro contro un’arbitraria espressività, è il vertice più colto dell’eredità progettuale affidataci da quella tradizione moderna che va da Franco Albini ad Ernesto N. Rogers, dai BBPR a Carlo Scarpa, per giungere a Guido Canali. Questo lascito culturale – strettamente italiano – ci suggerisce come il continuo interrogarsi attorno ai fondamenti del fare avvenga soltanto attraverso la rinuncia a quanto non è essenziale. Questa lezione insegna che nel confronto dialettico con la tradizione l’oltraggio più grave che l’architetto può farle è di celarsi dietro un’acritica imitazione, negandosi al dovere di “dare voce al proprio tempo”.

Architetto Moreno Pivetti

Moreno Pivetti Architecture

la luce radente espone la storia  dell’edificio

Moreno Pivetti ARCHITECTURE

Concept

Il territorio emiliano ferito dallo sciame sismico del maggio 2012 è caratterizzato da una dinamica plasticità del costruito operante a vari livelli, sovrapposti e talvolta intersecantisi.

Rinnovare evocando la memoria

Restauro e riuso della Corte “Casazza